Una delle richieste che più spesso viene posta al medico estetico è quella della correzione di silhouette “appesantite” da rotondità eccessive localizzate a livello dei fianchi, dell’addome, dei glutei e delle cosce sia nella donna che nell’uomo. La prima cosa che il medico deve fare è accertarsi della reale causa che determina l’inestetismo denunciato che può essere legato a più fattori: ereditari, costituzionali, ormonali, che necessitano di soluzioni mirate.
L’esecuzione di un esame ecografico aiuta ad orientare la diagnosi e selezionare la cura più idonea. Tutti sanno, infatti, quanto sia inutile sottoporsi a restrizioni alimentari che possono determinare unicamente un dimagrimento di zone come viso e seno, senza intaccare, se non di pochissimo, fianchi e cosce. Non solo: la riduzione volumetrica della sola porzione superiore del corpo tende ad amplificare la disarmonia rendendo ancor più evidente il disturbo estetico. Questo dipende dal fatto che l’adiposità localizzata in “certi punti” possiede una spiccata sensibilità agli ormoni femminili che ne facilitano la deposizione rendendo pressoché impossibile lo “scioglimento”.
Cosa fare allora nel momento in cui l’inestetismo rappresenta un cruccio? La diagnosi, l’abbiamo già detto, è un momento fondamentale e deve essere condotta con strumenti idonei. Nel caso si sia certi della presenza di “adiposità distrettuale” la soluzione più efficace sarà la liposuzione, un intervento chirurgico a tutti gli effetti che richiede esami di laboratorio sul sangue e visita cardiologica preventiva, particolare perizia dell’equipe medica, ricovero sotto forma di day hospital in struttura adeguata, presenza dell’anestesista rianimatore e….. poca disinvoltura!
La liposuzione prevede una anestesia locale con sedazione o, a giudizio dei medici, una anestesia generale: si asporta il grasso in eccesso attraverso delle cannule opportunamente inserite curandosi di creare una condizione equilibrata fra i due lati. Dopo la sutura dei fori di ingresso viene posta una medicazione contenitiva da rimuovere dopo 8 – 10 giorni di opportuna convalescenza. Si formano ecchimosi e gonfiori da trattare con drenaggio linfatico manuale secondo la tecnica di Vodder. Vi sembra un po’ complicato? Per chi non intende sottoporsi ad un intervento oggi si affaccia sullo scenario della Medicina Estetica la possibilità di utilizzare i fosfatidi diencefalici che, per la loro capacità emulsionante sui grassi, possono aiutare a “sciogliere” le adiposità distrettuali.
Si tratta di fare delle “punturine” nel grasso in eccesso e aspettare. I risultati sono variabili da persona a persona e sicuramente più lenti ad instaurarsi rispetto ad una liposuzione. Gli effetti collaterali riguardano la possibile comparsa di ecchimosi, un lieve gonfiore temporaneo, a volte un po’ di prurito e le eventuali reazioni avverse al farmaco.
Attenzione particolare alla fosfatidilcolina il cui uso non è consentito in Italia e la cui efficacia non è documentata. Il farmaco che abusivamente si usa è il lipostabil: una miscela di fosfatidilcolica e desossicolato. Ciò che di questo farmaco potrebbe portare a distruzione la parete delle cellule adipose con conseguente necrosi (morte) del tessuto è solo il desossicolato. La fosfatidilcolina avrebbe un’azione protettiva inibendo l’azione del desossicolato e, quindi, la sua efficacia: questo se è attiva e ciò dipende dalla conservazione del prodotto. Se il Lipostabil è ben conservato la fosfatidilcolina, quindi, inattiva il desossicolato (non può esserci quindi attività lipodistruttiva). Se il lipostabil funziona determinando necrosi (cioè morte) delle cellule grasse vuol dire che è stato mal conservato e quindi la fosfatidilcolina è inattiva. Ci si chiede se sia lecito utilizzare farmaci così ridotti e far “morire” le cellule grasse mantenendo i loro “cadaveri” nel corpo. Se un giorno si potrà avere il solo desossicolato in formulazione pura e ufficiale si potrebbe riesaminare e studiare tale fenomeno.
